venerdì 22 febbraio 2013

Te doo on sarao



Te doo on sarao

Ti do un ceffone.


Cornovaglia - 2003


Durante la dominazione austriaca era reato grave tenere in capo il cappello
se ad una rappresentazione o spettacolo fossero stati presenti i regnanti. 
Il 6 gennaio 1816 intervenne ad una serata alla Scala l'imperatore Francesco I d'Austria.
In suo onore si rappresentava una cantata di Vincenzo Monti.
In platea un giovane signore teneva ostentamente in testa il cilindro, in dispregioagli ordini della polizia.
Il generale Saurau, allora governatore di Milano, indignato dall'atteggiamentodel giovane, scese di corsa al palco sottostante e con un potente manrovesciofece volare via il cilindro dal capo del ribelle.


A Milano si dice così - Eugenio Restelli    
 

mercoledì 20 febbraio 2013

Mazzasett struppia quattordes



Mazzasett struppia quattordes

Ammazzasette storpia quattordici.
Spaccone.





Dalla fiaba lombarda

L'eroe è il figlio di un ciabattino che decide di andare in cerca di fortuna,
girando il mondo con la scritta sul berretto: " N'hoo mazzaa sett e storppiaa quattordes ". 

Si tratta di mosche, che il ragazzo aveva spiaccicato su una forma di formaggiocon un sol colpo di scarpa.

Giocando da furbo, riesce a far credere che ci trattava di persone invece
di mosche.

Con una serie di trucchi di un moderno 007 riesce a imbrogliare il mago che lo aveva sottoposto a dure fatiche.

Il detto di usa per definire quelle persone che vogliono far credere di aver
compiuto imprese strabilianti.


A Milano si dice così - Eugenio Restelli     
 

martedì 19 febbraio 2013

Scarliga merluzz che l'è minga el tò uss



Scarliga merluzz
che l'è minga el tò uss.

Scivola merluzzo che non è il tuo uscio.
Allontanati, và via: questo non è posto per te!
Qui non sei gradito!


 
  
Al tempo in cui alle porte di Milano le merci in entrata pagavano il dazio, 
si tentava di farle passare clandestinamente corrompendo la guardia.

Di notte, dal carro carico scendeva uno dei conducenti che si avvicinava
al daziere a contrattare.

Se le trattative non andavano in porto, l'uomo gridava al compare rimasto 
sul carro 

scarliga merluzz
che l'è minga el tò uss


Lo invitava cioè a provare ad un'altra porta con la speranza di trovare 
un daziere più . . . compiacente.


A Milano si dice così - Eugenio Restelli 
 
 
 

lunedì 18 febbraio 2013

A batt i pagn compar la stria



A batt i pagn compar la stria.

A battere i panni compare la strega.

 Lupus in fabula.
Espressione usata quando ci si vede 
comparire dinanzi la persona di cui 
si sta parlando.





Il modo di dire ricorda un fatto antico, quando le stregonerie erano adottate dai magistrati per chiarire situazioni confuse.

La persona che pensava di aver subìto il malocchio o si sentiva perseguitata si rivolgeva al magistrato.

Questi batteva gli abiti di colui che aveva subìto il maleficio: la prima persona che sopraggiungeva era l'autore del maleficio stesso. E veniva condannata!

I codici antichi e i trattati giuridici consacravano questa procedura.


 A Milano si dice così - Eugenio Restelli